Albergo Genzianella   

FIAVE' NELLA STORIA
 








 

 

 

 
 Il paese è disteso su di un pianoro ed è allungato in senso nord-sud, asse principale del paese, alle cui estremita ci sono le chiesette di s.Zeno, con il campanile svettente, risalente al 1400 ma ricostruita in sequito all'incendio del 1832, e san Rocco del XVII secolo, oggi chiesa cimiteriale. Il quadrivio formato dall'asse del paese e dalla provinciale del Durone, segna il centro ideale del paese, con la piazza di s.Fabiano e Sebastiano, completamente ricostruita nel 1885 sulle rovine di quella cinquecentesca. Nella piazza oltre la chiesa parrocchiale troviamo posta, banca, tabaccaio, alimetari, sede municipale, ufficio APT, fermata dei mezzi pubblici.
Lungo la provinciale del Durone, che attraversa l'abitato in direzione est-ovest troviamo il caseificio, il parco giochi, scuole elementari, tennis (dietro la chiesa). Paesaggio Il paese di Fiavè è ricco di capitelli; uno in particolare merita di essere osservato il capitello di santa Apollonia situato nei pressi della chisa di S. Rocco alla perifieria sud del paese.
 Lasciato il capitello alla nostra sinistra, la strada conduce alla Torbiera un tempo occupata dal lago Carera, oggi scomparso per totale intorbamento. 
Da vedere / Zu sehen: Chiesa di S.Rocco
Chiesa dei SS. Fabiano e Sebastiano
 Chiesa di S.Zeno
Palazzo dei Conti d'Arco
Palazzo Levri (barocco)
Biotopo Torbiera di Fiavè
Stumiaga - Chiesa di S.Antonio Abate (1482)
Ballino - caverna "la Camerona"
 Castel Campo (XV sec.)

FIAVE' IERI

Cuore della storia di Fiavè è il villaggio palafítticolo scoperto nella torbiera, poco a, sud dell'abitato. Frammenti appartenenti alla cultura dei vasi -la bocca quadrata" confermano la presenza umana già nel neolitico. La scoperta allarga nel tempo lo spazio storico della conca, che oggi può essere stabilito tra il periodo medio della pietra lavorata e la colonizzazione romana. La parte più importante dei ritrovamento è l'insediamento su palafitte dell'età del bronzo (2000-1200 anni a.C.). Le esplorazioni comprendono i gruppi di palafitte siti nel vasto arco costiero a sud dei l'antico lago, dove nell'età dei bronzo-recente (1500 a.C.) fioriva un importante insediamento fortificato da una palizzata. L'economia era silvo-pastorale agricola. Abbandonato a seguito di un incendio, il villaggio fu ricostruito, verso la fine dell'età del bronzo in area bonificata e sul dosso fortificato dei “Gostinaci”. I rapporti commerciali erano stabili con l'area padano-gardesana ed il nord. Da sempre grande importanza ha avuto il valico di Ballino, di transito tra le Giudicarie e l’Alto Garda. Vi passavano merci ed emigranti, oltre che dalle Giudicarie, dall'alta Valle di Sole, diretti al porto di Riva. Nel XIII secolo vi era un posto di dazio. A controllo del passo sul Castil sorgeva la rocca costruita nel XIV secolo dai Campo e poi abbattuta. Nei prati tra Stumiaga e Fiavè si svolse la celebre Guerra delle Noci, fatta dai Giudicariesi nel 1579 dopo che il Principe vescovo Lodovico Madruzzo aveva concluso con l'arciduca Ferdinando d'Austria gli svantaggioso trattati detti “le Compattate".


FIAVE' OGGI

La fisionomia attuale dell'abitato, allungato sull'Altopiano dei Lomaso fra la Valle dei Duina, il Monte Cogorna e il Monte Misone, è conseguente all'aggregazione di tre nuclei abitati medievali: s.ìbadini a sud, Piazza al centro, Sotratori a nord. Alle estremità del paese sorgono rispettivamente le chiese di San Rocco, dei Ss.Fabiano e Sebastiano e di S.Zeno. Sull'ampia piazza centrale , all'incrocio di strade, è la parrocchiale dei Ss.Fabiano e Sebastiano, eretta nel 1855 al posto della precedente del '500. Ha interno a tre navate con esili colonne. La piazza, con monumento ai caduti, è cinta da solide dimore giudicariesi. Presso una fontana è la chiesetta di S.Zenone, con l'alto campanile a punta ghibellina. Ha struttura del XV secolo, fu danneggiata in un incendio dei 1832.   Nella contrada dei Sabadini si trova il palazzo dei conti d'Arco, dagli interni trasformati. Nel salone superiore
 restano solo tracce dell'affresco della “Gerusalemme liberata" secondo Torquato Tasso, dei XVII secolo. Nella cappella sono stucchi e la Madonna Assunta. Nella stanza vicina affreschi barocchi. Palazzo Levri, poco oltre, cela nelle lunette dell'atrio sei scene dei Ciclo dei Mesi. Dirimpetto è un convento tardomedievale, abitato da suore fino al, 1800. Ora è di proprietà della Provincia Autonoma. 

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